San Marco in Lamis è un delizioso comune, in provincia di Foggia, immerso nella natura incontaminata e protetta del Parco Nazionale del Gargano, luogo conosciuto come meta di villeggiatura e allo stesso tempo ricco di tradizioni, storia e arte.
In San Marco in Lamis troviamo una natura incontaminata, storia, arte ma anche tradizione e folclore con il culto di Maria Addolorata e la caratteristica processione pasquale con Le Fracchie, particolari torce riconosciute come Meraviglia Italiana e candidate a Patrimonio Immateriale dell’Unesco
In San Marco in Lamis, la notte del Venerdi che precede la Pasqua è illuminata e riscaldata da una moltitudine di fuochi attorno ai quali si raccolgono centinaia di fedeli che si stringono insieme per trascorrere la mesta notte del Venerdi Santo.
I grandi fuochi che bruciano sono “le Fracchie”, enormi torce di legna che illuminano a giorno San Marco in Lamis per aiutare la Madonna, alla ricerca del figlio Gesù appena morto.

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Lo spettacolo delle strade cittadine illuminate da così tanti fuochi è affascinante e doloroso nello stesso tempo perchè è un momento carico di fede, devozione e di vicinanza con la Madonna Addolorata.
Le origini di questa tradizione risalgono ai primi anni del XVIII secolo, quando la Chiesa dell’Addolorata si trovava, ancora, fuori dal perimetro cittadino.
Gli abitanti di San Marco in Lamis pensarono di illuminare con le Fracchie la strada che dalla Chiesa dell’Addolorata portava alla Collegiata, dove si custodiva il corpo del Cristo, pensando di fare cosa gradita alla Madonna quando si recava a trovare il figlio.
La preparazione delle fracchie è complessa a causa delle dimensioni notevoli, spesso arrivano anche a 10 metri di lunghezza e due metri di larghezza nel punto più ampio.
Queste particolari torce sono ricavate da un grande tronco spaccato longitudinalmente e riempito di rami, sterpi e frasche. La legna è tenuta insieme da cerchi di ferro e legata seguendo una forma conica. Nella parte superiore della coda si pratica un foro che accoglie una pertica in cima alla quale si colloca un pannello con l’immagine della Madonna Addolorata.
Le fracchie sono trasportate su apposite ruote in ferro alte 1 metro, nei vari punti del centro storico e poi bloccate con della zavorra posta sulla parte finale del cono per evitare il ribaltamento e infine intrise di materiale infiammabile.

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Le grandi torce si accendono dopo il tramonto, dalla parte più larga del cono.
Chi assicura che le fracchie siano realizzate “a regola d’arte” è la Maestranza dei Fracchisti che costruiscono, trainano e accendono le Fracchie indossando gli abiti tradizionali del contadino, pantaloni alla zuava, calzettoni di lana e camicia bianca, corpetto scuro e berretto di lana.
Tra i Fracchisti i compiti vengono suddivisi in base all’esperienza, c’è il capo-fracchista che controlla tutto l’operato e poi le maestranze dei fracchisti che eseguono la costruzione, i fracchisti-tiratori che tirano le fracchie, e i fracchisti-timonieri che eseguono le manovre durante gli spostamenti.
I fracchisti sono inoltre incaricati di trasmettere le tecniche costruttive delle Fracchie alle nuove generazioni per conservare una tradizione tanto amata dai cittadini e che nel 2012 è stata onorata dalla filatelia con l’emissione, da parte delle Poste Italiane, di un francobollo che raffigura la Fracchia accesa e trasportata durante la processione.